Vittorio Emanuele Orlando
Vittorio Emanuele Orlando nacque a Palermo il 19 maggio 1860. Era figlio di un avvocato e lui stesso si dedicò con passione agli studi giuridici, ottenendo poi la libera docenza in diritto costituzionale all’Università di Palermo. Deputato del collegio di Partinico dal 1897, divenne poi Ministro della Pubblica Istruzione nel 1903-1905, Ministro di Grazia e Giustizia nel 1907-1909 e nel 1914-1916 con il Gabinetto Salandra.
Nel dibattito tra neutralisti e interventisti che si sviluppò in Italia nel 1914, si dichiarò neutralista ma dopo l’intervento, Orlando si dichiarò apertamente favorevole alla guerra ed esaltò le violente manifestazioni di piazza del maggio 1915.
Ministro dell’Interno nel 1916-1917 nel Gabinetto Boselli, dopo il disastro di Caporetto, il 30 ottobre 1917 venne chiamato ad assumere la carica di Presidente del Consiglio, che terrà sino al 1919. Fu sostenitore del riconoscimento delle nazionalità, in opposizione alla politica decisamente imperialistica di Sidney Sonnino; il loro contrasto, portato anche alla conferenza di Pace di Parigi del 1919, finì col produrre scarsi risultati finali, tanto che il presidente americano Woodrow Wilson in aprile, dichiarò di dubitare che egli avesse la fiducia del suo Paese e che ne interpretasse la volontà. Orlando reagì abbandonando la conferenza e dimettendosi dalla carica di Presidente del Consiglio il 23 giugno 1919. Presidente della Camera dal 1° dicembre 1919 al 25 giugno 1920, fu candidato nel “listone” governativo per le elezioni del 1924, ma si dimise da deputato il 6 agosto 1925. Nel 1931 rinunciò anche all’insegnamento universitario per non essere costretto a giurare fedeltà al regime, ma nel 1935, in una lettera, testimoniò a Mussolini solidarietà per la sua guerra etiopica. Mussolini fece pubblicare dai giornali la lettera privata di Orlando e avrebbe voluto ricambiare l’inatteso riconoscimento con l’offerta della presidenza del Senato ma Orlando rifiutò.
Tornò alla vita politica dopo la Seconda Guerra Mondiale come Consultore e Costituente, fu Senatore, a norma della III disposizione transitoria della Costituzione, tenendo il discorso d’apertura della prima legislatura della Repubblica Italiana. Fece la sua ultima battaglia parlamentare a 92 anni, in opposizione alla riforma della legge elettorale maggioritaria, proposta dalla maggioranza centrista, nota come “legge truffa”. Morì il 1° dicembre 1952.
Elena, Elisabetta, Riccardo III A