Riflessioni sulle Lettere di Paolina Leopardi
Quest’anno a scuola abbiamo studiato la vita e le opere di Giacomo Leopardi e poi ci siamo soffermati anche sulla sorella Paolina, scoprendo che anche lei era una donna molto colta e, anche se priva della genialità del fratello, era anche una brava scrittrice.
Abbiamo letto in particolare alcune lettere che scrisse negli anni Sessanta dell’Ottocento a sua cognata Teresa Teja (moglie del fratello Carlo) e da queste lettere abbiamo capito quali fossero gli interessi e le occupazioni di Paolina in quegli anni, cioè quando aveva ormai più o meno sessant’anni.
La prima cosa che abbiamo notato è che viaggiava molto: infatti le lettere sono state inviate da diverse città italiane, come Bologna, Napoli e Firenze. In queste città lei visitava soprattutto le chiese, di cui ammirava la bellezza e la ricchezza artistica. Ad esempio, nella lettera scritta a Bologna il 14 agosto 1861, scrive “La Checchina è venuta da me alle 11, ha mangiato una minestrina e siamo uscite. Una quantità di chiese mi ha fatto vedere, tutte sono di rara e squisita magnificenza”. Questo significa che Paolina era una donna colta e raffinata e che era interessata all’arte. Ma possiamo anche capire che aveva ricevuto un’educazione religiosa, perché a volte nelle lettere parla anche delle celebrazioni religiose alle quali partecipa. Oltre alle chiese, Paolina frequentò spesso anche i teatri, dove andava a vedere numerosi spettacoli e opere famose in quel periodo. Anche questo indica che era interessata alla cultura e anche che era abbastanza ricca, perché non tutti si potevano permettere di andare a teatro. In una lettera che scrisse nell’ottobre del 1862, infatti, dice così: “Ritorno dal teatro dove ho sentito il Piplet e veduto un nuovo ballo, Maometto I”. Nella stessa lettera dice anche che il giorno prima era stata al Museo Egiziano, un’altra prova del fatto che era colta e ricca.
La sua ricchezza però si nota soprattutto quando parla di vestiti: in tutte le città in cui si trova, va nei negozi per comprare abiti alla moda e accessori eleganti. In tante lettere parla a sua cognata di borse, stivali, mantelline, cappelli e abiti da cerimonia, che si faceva preparare e sistemare anche dalle sarte. In una lettera che scrive quando si trova a Firenze infatti dice: “La sarta fino a venerdì non mi porta l’abito: le ho dato ancora la berta di merletto da compiere”. Anche le acconciature dei capelli vengono descritte in modo preciso. Ad esempio in una lettera scritta a Napoli nel 1867 ci parla della moda napoletana di farsi dei grandi chignon. Lei è talmente attenta alla moda che decide di farsi anche lei uno chignon, anche se in realtà non le piaceva, perché dice che se lo toglierà appena andrà via da quella città.
Leggere queste lettere ci ha fatto conoscere meglio la vita delle donne dell’Ottocento, ma in realtà non tutte le donne in quel periodo vivevano in quel modo. Anzi, il caso di Paolina Leopardi possiamo considerarlo un’eccezione. Erano poche infatti quelle che si potevano permettere viaggi, pranzi, vestiti alla moda e serate a teatro, perché molte donne erano povere e quindi dovevano rimanere a casa a fare i lavori domestici. Anche tra le donne nobili e ricche, però, lo stile di vita di Paolina in quegli anni è comunque più unico che raro, perché la maggior parte delle donne nobili era sposata e quindi doveva rimanere a casa e non aveva la libertà di uscire senza il marito. Quindi il caso di Paolina può essere considerato in tutto e per tutto un’eccezione. Lei infatti non si sposò, e dopo la morte dei genitori e del fratello rimase a capo del patrimonio della famiglia. Quindi aveva molti soldi da gestire e anche molta libertà, perché non era sottomessa a un uomo.
Sicuramente, infine, anche la sua infanzia condizionò molto la sua vita. Lei infatti trascorse molti anni a studiare insieme coi fratelli sotto il rigido controllo della madre. Usciva pochissimo, solo per andare a messa, ma la chiesa era di fronte a casa sua, quindi non doveva nemmeno fare tanta strada. Possiamo perciò comprendere facilmente che una volta diventata adulta e in possesso di tanti soldi, abbia iniziato a fare tutto quello che non le era stato concesso prima.
Leggendo le lettere di Paolina Leopardi dunque abbiamo notato con interesse il suo stile di vita, ma anche, per contrasto, le molte privazioni a cui erano costrette le altre donne in quel periodo. Oggi per fortuna le cose sono molto cambiate, ma non del tutto e soprattutto non in tutte le parti del mondo. La nostra speranza è quindi che in futuro tutte le donne possano vivere liberamente, studiare, andare a teatro e comprare i vestiti che più desiderano.
Alunni delle classi terze nell’ambito del progetto letterario COMPITA MARCHE