Ricordando Chernobyl

Fino al 1986 Chernobyl era una cittadina ucraina come tante, distante poco più di 100 km da Kiev, con circa 13.000 abitanti. Tuttavia, nella notte del 26.04.1986, all’interno del reattore n. 4 della Centrale nucleare, il cosiddetto nocciolo si surriscaldò, portando a contatto l’uranio con l’acqua di raffreddamento, provocando lo scoperchia mento del reattore.

Si verificò ciò che gli scienziati hanno definito “la seconda apocalisse”. Un’enorme esplosione liberò nell’atmosfera una quantità altissima di radiazioni (400 volte più potente della bomba atomica di Hiroshima) che, trasportate dalle masse d’aria, hanno raggiunsero tutta l’Europa, contaminando anche paesi come la Svizzera.

Fu una catastrofe, con circa 4000 vittime stimate dall’ONU e 116 mila sfollati. Ma non solo morti: malformazioni, vari problemi alle gravidanze, tumori e contaminazioni a piante e animali sono solo alcuni degli effetti provocati dall’ondata di radiazioni successiva all’esplosione.

Tutto il mondo si mobilitò per prestare soccorso alla popolazione ucraina, pesantemente colpita: l’Italia, grazie al favorevole clima mediterraneo, per anni ha ospitato e curato i bambini vittime delle radiazioni, accogliendoli all’interno delle famiglie con figli piccoli, presso le quali hanno ricevuto le cure e l’affetto di cui avevano grande bisogno.

Oggi, a distanza di più di trent’anni da quell’evento, i Governi degli Stati che ospitano centrali nucleari hanno posto in essere misure di sicurezza più stringenti, al fine di evitare che si producano incidenti così catastrofici per la terra e per gli esseri umani. Tuttavia, l’instabilità politica che caratterizza alcuni territori nel mondo ha portato all’insorgere di conflitti e guerre e all’uso delle armi che minacciano di nuovo e costantemente la nostra incolumità, anche attraverso il rischio di attentati a siti strategici come le centrali nucleari.

Un caso recente è rappresentato dalla guerra scoppiata proprio in Ucraina, ove, a seguito degli attacchi missilistici lanciati dalla Russia sul territorio ucraino e sulla sua capitale, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, situata nelle immediate vicinanze, rischia di subire possibili danni, dai quali potrebbe derivare una catastrofe simile a quella di Chernobyl, se non peggiore.

Quanto sta accadendo in Ucraina, ma anche in altre parti del mondo, dimostra che l’uomo, non sempre trae insegnamento dalla storia e dagli eventi accaduti, continuando a commettere errori dettati dall’egoismo e dalla affermazione di interessi economici.

Andrea, 3A

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