Cosa mangiamo oggi grazie alla scoperta delle Americhe
Come tutti sappiamo, l’America è stata scoperta da Cristoforo Colombo ma il suo nome deriva da quello di Amerigo Vespucci che a seguito di nuove spedizioni verso le terre scoperte, si rese conto che quel territorio non apparteneva all’Asia ma era un vero e proprio nuovo continente.
La scoperta delle nuove terre ha permesso, nelle successive esplorazioni, di conoscere e importare nuovi cibi nel Vecchio Continente. Patate, pomodori, mais, peperone, zucca, fagiolo, ma anche cacao e tacchino, hanno arricchito la dieta mediterranea e hanno avuto un impatto notevole sulle abitudini alimentari in Europa.
La patata
La patata veniva coltivata in Perù, in Messico e in Bolivia e la sua scoperta viene attribuita agli spagnoli di Pizarro, sulla Cordigliera Andina, solo a metà Cinquecento. Nella seconda metà del ‘500 la patata fu scoperta dagli europei grazie ai padri Carmelitani scalzi. Inizialmente di essa venivano consumate solo le foglie perché le altre parti erano considerate nocive. Poi con la carestia del 1663 in Irlanda iniziò il consumo di patate mentre Luigi XVI, dopo la carestia del 1785, impose l’ordine ai nobili di obbligare i propri contadini a coltivare la patata.
Il pomodoro
Originario del Messico e del Perù, il pomodoro veniva coltivato e consumato dagli Aztechi e dagli Inca, le sue varietà sono circa 320 e furono gli stessi Aztechi ad inventare la salsa di pomodoro. Il suo arrivo in Europa si deve al conquistador Hernán Cortés, nell’anno 1540. IIl Dr. Pietro Andrea Mattioli (1501-1577), lo battezzò “Mela Aurea“, nominativo che fu poi modificato in italiano comune.
Il mais
Originariamente il mais era coltivato dai Maya che avevano compreso i valori nutritivi dei chicchi: li lessavano o li seccavano e furono i primi a macinarli per ottenere delle farine. L’etimologia della parola “mais” non è del tutto chiara; una delle ipotesi più considerate che derivi da “mahiz”, nome dato dagli indigeni Arahuaco, incontrati da Colombo sull’isola che lui chiamò Hispaniola. Già dal 1525 veniva consumato regolarmente in tutto il Portogallo e tutta la Spagna divenendo una delle più importanti risorse alimentari.
Il peperone
Amato e apprezzato soprattutto nelle regioni meridionali (sono molto conosciuti il gazpacho spagnolo e la peperonata siciliana), il peperone è una pianta originaria del Sudamerica e importato con altre specie animali e vegetali in Europa a partire dal Cinquecento.
La zucca
Le origini della coltivazione della zucca sono incerte. La testimonianza più antica proviene dal Messico, dove sono stati trovati semi di zucca risalenti al 7000/6000 a.C. La zucca del genere “cucurbita” è stata importata in Europa nel XVI secolo dai coloni spagnoli dall’America, dove era già coltivata.
Il fagiolo
Originari del Sud America e introdotti in Europa grazie a Cristoforo Colombo, i fagioli che conosciamo oggi sono una varietà che nel giro di pochi secoli sostituì del tutto una diversa tipologia (conosciuta come vigna) usata nel nostro vecchio continente fin dall’antichità.
Il cacao e il cioccolato
Le popolazioni indigene dell’America erano povere e disarmate ma sapevano lavorare bene il cacao. A partire dal XVI secolo i nativi americani iniziarono preparare il cioccolato: si tratta di una bevanda grassa e amara in grado di stimolare le forze, che si prepara tostando le fave di cacao e separando il cuore dalla buccia per poi triturarle e scioglierle nell’acqua, e insaporirle con delle spezie. Il cioccolato veniva considerato il cibo degli dèi ma agli europei non piacque affatto perché troppo amaro. La tavoletta di cioccolato fu preparata per la prima volta nell’800.
Il tacchino
Era originario del Messico, in particolare veniva allevato dagli Aztechi che usavano le sue penne come ornamento. Era già conosciuto dai greci-romani, però poi scomparve dalla loro dieta e fu riscoperto nel 1525. Inizialmente era cibo per i ricchi ma poi diventò parte della dieta di tutti.
Maia – 2C