Anno bisesto, anno funesto: come nasce l’anno bisestile.

L’origine dell’anno bisestile si deve ai romani che allineavano il calendario astronomico a quello solare con il “bis sextus dies” (dal latino, sesto giorno ripetuto), ovvero aggiungendo un giorno dopo il 24 febbraio, ossia il sesto prima delle calende di marzo. Il merito di questa modifica è da imputare a Giulio Cesare che nel 46 a.C. promulgò il calendario giuliano a seguito dei calcoli dell’astronomo Sosigene, che prevedeva appunto l’applicazione dell’anno bisestile ogni quattro anni.

Nel 1582 Papa Gregorio XIII decise di introdurre una nuova versione del calendario modificata decretando che si passasse direttamente dal 4 al 15 ottobre, per eliminare così i dieci giorni di sfasatura accumulati nei 15 secoli in cui il riferimento era stato il calendario giuliano.

Il calendario gregoriano, che usiamo ancora oggi, ha una durata leggermente più breve di un anno solare, cioè del tempo necessario alla Terra per orbitare completamente attorno al sole. Un anno del calendario dura esattamente 365 giorni, mentre un anno solare dura circa 365,24 giorni, ovvero 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 56 secondi.

Se non tenessimo conto di questa differenza, per ogni anno trascorso la differenza tra l’inizio di un anno solare e quello di un anno civile si allungherebbe di circa 6 ore e, nel corso del tempo, ciò sposterebbe i tempi delle stagioni. Insomma, un gran casino!

La soluzione? Un giorno in più. L’aggiunta di un giorno ogni quattro anni elimina in gran parte questo problema perché un giorno in più ha all’incirca la stessa lunghezza della differenza che si accumula durante questo periodo. Pertanto, il mese di febbraio del 2024 ha 29 giorni, così come lo aveva il mese di febbraio dell’anno 2020, del 2016, e così all’indietro.

Secondo la tradizione popolare, l’anno bisestile porterebbe particolare sfortuna.

Non so quanti di voi hanno sentito il detto “anno bisesto, anno funesto”, uno dei più popolari sul tema.

Già dalla sua introduzione, la voce legata alla sfortuna ha iniziato a circolare tra i romani. Si deve al fatto che il mese di febbraio fosse noto come “mensis feralis”, quindi un mese dedicato a morti e riti funebri, di conseguenza un giorno in più non era visto di buon occhio.

Alla fama “negativa” degli anni bisestili ha dato un contributo nel 400 anche Michele Savonarola che sosteneva che gli anni bisestili fossero nefasti per il gregge e per i raccolti, complici le epidemie e le catastrofi dell’epoca.

Non che negli anni bisestili successi sia andata meglio quanto ad avvenimenti avversi (l’ultimo anno bisestile ci ha portato il Coronavirus!). A voi la scelta di crederci o non crederci!

… E, comunque, … fate sempre attenzione!

La Redazione

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