Anastasjia Nikolaevna Romanova, l’ultima dei Romanov
Anastasija Nicolaevna Romanova nacque il 18/06/1901 a Peterhof, quartogenita dell’imperatore Nicola II di Russia e dell’imperatrice Alessandra.
Si narra che alla sua nascita tutta la famiglia era contrariata perché era femmina, invece lo zar attendeva un erede maschio. Ciò nonostante, l’imperatore, in suo onore, concesse l’amnistia a tutti gli studenti che erano stati arrestati per aver partecipato ai moti di protesta di San Pietroburgo e Mosca. Da qui l’origine del suo nome, infatti Anastasia significa “colei che rompe le catene”.
La principessa imperiale era la più vivace e particolare delle sorelle, allegra e a tratti impertinente, aveva una grande passione per la recitazione e la fotografia tanto che girava sempre con una macchina fotografica.
Era molto legata al padre cui somigliava fisicamente: era paffuta e di bassa statura con occhi azzurri e capelli biondo ramato.
Per volontà dei genitori, fu cresciuta insieme alle sorelle, in modo semplice e umile, doveva tenere in ordine la propria stanza, ricamava oggetti da vendere in beneficenza e solo la domenica le era consentito di vestirsi in modo speciale e giocare a palla con la zia, la duchessa Olga.
Non amava molto studiare ma era un’attrice di talento tanto che con la sua vivacità riusciva a far sorridere anche le sorelle maggiori, solitamente riservate.
Da vivace a volte però diventava dispettosa, giocando brutti scherzi sia ai servitori sia ai compagni di gioco.
Era piuttosto cagionevole di salute, affetta da dolori alla schiena che richiedevano continui massaggi e portatrice del gene dell’emofilia che le cagionava problemi di coagulazione del sangue.
Morì insieme a tutta la famiglia il 17 luglio 1918 per mano dei bolscevichi che ne occultarono i corpi, circostanza che per molto tempo alimentò la leggenda di una sua sopravvivenza.
In realtà, i resti del corpo di Anastasia e del fratello furono rinvenuti nel 2007 presso Ekaterinburg.
Il loro assassinio mise fine ai 300 anni della dinastia Romanov a capo dell’impero russo.
Nel 2000 la Chiesa ortodossa ha reso santa Anastasia insieme alla sua famiglia per il contegno dimostrato e per il grande perdono concesso ai loro carcerieri.
Andrea, III A