Giorno della Memoria 2024, le attività del Comprensivo
Il Giorno della memoria si celebra ogni anno il 27 gennaio in Italia e in gran parte del mondo come momento di riflessione su una vicenda che ci riguarda tutti da vicino.
Il 27 gennaio 1945 la 60° armata dell’esercito sovietico abbatté i cancelli di Auschwitz alla fine della seconda guerra mondiale e trovò davanti a sé uno scenario desolante. Dato il significato simbolico della data, il 20 luglio del 2000 in Italia è stata approvata la legge n. 21 che istituisce ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria”: una commemorazione pubblica non soltanto della shoah, ma anche delle leggi razziali approvate sotto il fascismo, di tutti gli italiani, ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati ed imprigionati, e di tutti coloro che si sono opposti alla ‘soluzione finale’ voluta dai nazisti, spesso rischiando la vita.
Questa legge prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare alle scuole e ai più giovani. Lo scopo è quello di non dimenticare mai questa parte drammatica del nostro passato di italiani ed europei, affinché, come dice la stessa legge “simili eventi non possano mai più accadere”.
Il ricordo della shoah non riguarda solo gli ebrei ma l’intera umanità. Il giorno della memoria non è un omaggio alle vittime, ma un riconoscimento pubblico e collettivo di un fatto particolarmente grave di cui l’Europa è stata capace, e a cui l’Italia ha attivamente collaborato.
L’Istituto comprensivo “E. Medi”, dall’Infanzia alla Secondaria, ha celebrato il Giorno della memoria con una serie di letture ed attività che hanno coinvolto gli alunni più piccoli e più grandi .
Nella Scuola dell’infanzia è stato scelto il libro Uno di voi di Galia Bernstein, una storia sull’uguaglianza e sul rispetto delle differenze, con un messaggio importante che è quello che siamo chiamati a cogliere l’armonia delle diversità.
Nella Scuola Primaria sono state scelte letture per le diverse classi, dal libro Perché di N. Popov per le classi prime, fino a Storia di due amici e un nemico di C. M. Russo per le classi terze per sottolineare l’importanza della tolleranza, e per le classi quarte Niki e Vera dove si parla di bambini ebrei in fuga. Nelle classi quinte, invece, è stato letto il capitolo Il viaggio verso Auschwitz, tratto dal libro di Liliana Segre Scolpitelo nel vostro cuore, da parte degli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria.
La senatrice a vita, testimone instancabile della Shoah, ha raccontato la sua storia in questo libro, “una storia che finisce bene”, ma sottolinea il dramma di chi come lei ha dovuto fare i conti con le Leggi razziali del 1938 in Italia, ha dovuto accettare “per la sola colpa di essere nati “ ebrei il ghetto, la prigionia, la deportazione e l’orrore dei campi di concentramento. Questo, come del resto anche gli altri suoi libri, è stato scritto per dare testimonianza soprattutto ai giovani, che lei chiama “i suoi nipoti”.
Il messaggio finale che troviamo alla fine del libro è questo: “Non dite mai che non ce la potete fare, non è vero. Ognuno di noi è fortissimo e responsabile di se stesso. Dobbiamo camminare nella vita, una gamba davanti all’altra. Che la marcia che vi aspetta sia la marcia della vita. Questo vorrei dirvi”.
Nella Scuola secondaria, inoltre, i ragazzi delle classi terze hanno preparato la celebrazione della Giornata della memoria con dei Power point significativi che hanno presentato agli alunni delle classi prime e seconde. Partendo dalla spiegazione del perché sia stata scelta come data proprio il 27 gennaio, hanno proseguito con alcune testimonianze di superstiti della shoah (Primo Levi, Liliana Segre, le sorelle Bucci), fino ad arrivare a prendere in considerazione i Giusti delle nazioni, tra cui Gino Bartali e Giorgio Perlasca che con il loro impegno, rischiando la vita, hanno salvato dalla deportazione nel campi di sterminio molti ebrei.
I ragazzi hanno compreso che è importante avere memoria di quello che è stato perché non deve succedere mai più!
Prendiamo come monito anche il discorso tenuto quest’anno al Quirinale proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha detto: “la shoah è stato il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, venivano proclamati e largamente praticati“.
Ma ha ricordato: “Nel buio più fitto, nella lunga e oscura notte dell’umanità, tante piccole fiammelle hanno indicato una strada diversa dall’odio e dalla oppressione. Sono stati i ‘Giusti’, secondo una terminologia cara al popolo ebraico perseguitato. Persone che, per motivazioni diverse, hanno rischiato la propria vita e talvolta l’hanno anche perduta per mettere in salvo cittadini ebrei dalla furia omicida nazifascista”. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità, i “Giusti” hanno sconfitto, innanzitutto dentro loro stessi, la paura, l’inerzia complice, l’indifferenza che, come ci ricorda spesso Liliana Segre, è la più perniciosa delle colpe”. Ha detto ancora il presidente. “I Giusti hanno dimostrato, a rischio della propria vita e di quella dei loro familiari, che il senso di umanità, se rettamente coltivato, resiste in ogni condizione e supera persino i confini del tempo e della morte. Ci hanno insegnato, anche di fronte alle tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarietà. Perché, per ripetere il celebre detto del Talmud, ‘chi salva una vita salva il mondo intero”.
L’esempio dei Giusti rischiara la nostra via. E consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta.
Questo è un messaggio per i nostri ragazzi che di fronte alla storia che sembra a volte ripetersi con atteggiamenti razzisti, antisemiti e con la guerra, non devono perdere la speranza di vedere realizzato il bene, anzi, loro stessi potranno contribuire a creare un mondo migliore.
La Commissione Progetto Cultura