Seminario Nazionale di Didattica Leopardiana
I.C. «E. Medi» di Porto Recanati - Classi terze Secondaria a.s. 2021/22
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
Giù da' colli e da' tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l'altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s'affretta, e s'adopra
Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
E' come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
La poesia appartiene ai «grandi idilli» e fu composta nel 1829. Si tratta di una canzone libera divisa in quattro strofe di endecasillabi e settenari con rima libera. Può essere suddivisa in due parti:
la prima parte (prime due strofe) è descrittiva e racconta in che modo alcuni abitanti di Recanati si preparano al giorno di festa imminente, in un clima di attesa che pervade l’intero borgo.
La seconda parte (ultime due strofe) è riflessiva: il poeta medita sul significato del giorno di festa, la cui attesa dà una felicità, destinata a rimanere delusa nei fatti. Di qui l’invito a godere della giovinezza senza attendere con impazienza l’arrivo della maturità, che non garantirà la felicità sperata.
La poesia appartiene ai «grandi idilli» e fu composta nel 1829. Si tratta di una canzone libera divisa in quattro strofe di endecasillabi e settenari con rima libera. Può essere suddivisa in due parti:
la prima parte (prime due strofe) è descrittiva e racconta in che modo alcuni abitanti di Recanati si preparano al giorno di festa imminente, in un clima di attesa che pervade l’intero borgo.
La seconda parte (ultime due strofe) è riflessiva: il poeta medita sul significato del giorno di festa, la cui attesa dà una felicità, destinata a rimanere delusa nei fatti. Di qui l’invito a godere della giovinezza senza attendere con impazienza l’arrivo della maturità, che non garantirà la felicità sperata.